Martuzza non potea cacare
Aveva la Martuzza un giorno tolta
La medicina, e non potea cacare;
Ond'ella avea dolor e pena molta,
e quasi tutta si sentia crepare,
Talchè temendo di restar sepolta,
Un grosso cazzo in cul si fè cacciare:
Guarì, ma nel guarir, gustò sapore.
E tenuta di dirlo al confessore?
(risoluzione di Pietro l'Aretino)
Tutti i canoni voglion ch'il peccato
Se non è volontario, non si stima:
E che l'uomo non può dirsi dannato
Se non vende a Satan se stesso prima:
Unde quicumque sit, non è obligato
Decima quinta questione prima,
Concludo, ch'e peccato veniale ,
E dirlo al prete poco o nulla vale.
(Tratto da Dubbj amorosi altri dubbj e sonetti lussuuriosi di Pietro Aretino dedicati al Clero, pubblicato in Roma nel 1792 nella stamperia Vaticana con privilegio di Sua Santità)