Maresciallo Mortier - Luigi Albano

LUIGI
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Il maresciallo Mortier

L' 11 novembre 1805 mentre Murat sulla riva destra del Danubio correva alle porte di Vienna, il maresciallo Mortier sulla riva sinistra aveva varcato Dirnstein.

A questo punto di Dirnstein le alture si allargano un poco, e lasciano uno spazio fra il loro piede ed il fiume.

La strada attraversa questo spazio, alcune volte incassata nel suolo, cd altre volte elevata e ripida.

La divisione francese, diretta su questa strada, vide il fumo del ponte di Krems che bruciava ancora.

Bentosto ella riconobbe i Russi e s'accorse che avevano passato il Danubio su quel ponte.

Senza pensar troppo a quello che le stava davanti, coll'ardore comune che trascinava tutta l'armata, spingevasi innanzi per combattere.

Mortier ne di l'ordine, che fu eseguito all'istante.

Cominciò su quella strada strettissima un combattimento corpo a corpo dei più accaniti.

Combattendo pressochè una mezza giornata la divisione francese era pervenuta sino a Stein.

In questo momento i Russi con una abilissima manovra avevano girate le alture ed erano calati a Dirnstein, che la divisione francese aveva attraversato il mattino.

I Francesi s'accorsero d'essere avviluppati e separati dalla divisione Dupont che era stata lasciata una marcia indietro.

La notte s'avvicinava; la situazione era atroce, perchè nessuno dubitava che fra poco s'avrebbe un'armata intiera sulle braccia.

In questa estremità evidente a tutti, non venne a nessuno, uffiziali o soldati, il pensiero di capitolare.

Morir tutti sino all'ultimo, piuttosto che rendersi, fu la sola alternativa che si presentò allo spirito di questi valoro
sissimi, tanto era eroico il cuore di questa armata!

Il maresciallo Mortier pensava come i suoi soldati, e come loro era deciso di morire piuttosto che di dare la sua spada di maresciallo ai Russi.

Ordinò dunque di marciare in colonna serrata e di farsi largo colla baionetta, retrogradando sopra Dirnstein, dove sperava essere raggiunto dalla divisione Dupont.

Era notte, si ricominciò nell'oscurità il combattimento del mattino coi Russi, ma in senso inverso.

Si lottò corpo a corpo su quella strada stretta, e gli uomini erano così vicini gli uni agli altri che soventi si prendevano alla gola.

Si facevano progressi verso Dirnstein, ma ciò nondimeno, dopo aver rotte delle masse intiere di nemici, si disperava d'arrivare allo scopo e di aprirsi una strada che ognora si richiudeva.

Alcuni amici di Mortier, non vedendo più salute di sorta alcuna, gli proposero di passare il Danubio in una barca, e solo, onde sottrarre almeno la sua persona ai Russi, e non lasciar loro il trionfo di fare un maresciallo di Francia prigioniero.

No, rispose l'illustre maresciallo, non si abbandona così tanta brava gente.

Si salva o si muore con loro!

Il maresciallo era là, colla spada alla mano, combattendo alla testa dei suoi granatieri e dando assalti ripetuti e terribili al nemico onde poter rientrare in Dirnstein, allorchè tutto ad un tratto si sentì una fucilata violenta dietro Dirnstein.

La speranza rinacque subito, perchè dietro tutte le probabilità doveva essere la divisione Dupont che arrivava.

Era dessa in effetto.

I Russi presi di fronte ed alle spalle furono sconfitti intieramente.

Le due colonne si raggiunsero in Dirnstein e si riconobbero alla luce dei loro fuochi.

I soldati si abbracciarono, pieni della gioia d'essere sfuggiti ad un orribile disastro ed al disonore.

© Luigi Albano
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