Il Generale Bonchamps
Nel 1795 i Vandesi battuti su tutti i punti dalle truppe della Repubblica capitanate dai generali Canclaux, Kléber, Haxo, Beaupuy, Marceau e Westermann, decisero di tentare un ultimo e supremo sforzo, affrontando tutte le conseguenze di una gran battaglia.
Il piano della battaglia essendo stato risoluto tra i capi vandesi d'accordo con le loro truppe, i Vandesi s'avanzarono, in numero di quarantamila, sopra il villaggio di Chollet, il 15 ottobre 1795, ad un'ora dopo mezzogiorno, si formarono in tre colonne destinate ciascuna a combattere una colonna repubblicana.
Marciavano in linea ed in rango come truppe regolari.
Tutti i loro capi erano a cavallo alla testa dei contadini vandesi, animandoli e confortandoli all'impresa di quel giorno, che doveva decidere della loro esstenza e dell'avvenire della loro causa.
Il prode ed illustre Bonchamps, che li capitanava in capo, dà loro il comando dell'assalto. I Vandesi si slanciano impetuosi, ed hanno singolari successi durante la sanguinosa giornata, ma finalmente debbono cedere alla disciplina ed all'amore della libertà che è nel cuore delle truppe repubblicane, ed a palmo a palmo retrocedono, e lasciano padroni del campo Kléber e Marceau.
Il generale vandese Bonchamps dopo aver fatto prodigi di valore e miracoli di genio con quella ciurma di bifolchi, cade mortalmente ferito.
Questo giovine eroe, steso sopra una coperta di lana su una barella è vicino a rendere l'ultimo sospiro per una crudele ferita al basso ventre, ma, riunite le ultime sue forze, raduna presso di sè i suoi ufficiali e soldati, e loro domanda la grazia per quattro mila prigionieri repubblicani, che i Vandesi trascinavano nella loro fuga per poterli poscia fucilare e sterminare.
Bonchamps, fatto un ultimo supremo sforzo si alza di tutta la persona dal suo letto di morte, ed assumendo il tuono di voce del capitano ed il piglio severo del generale che ordina, dice con forza: Perdonate, o soldati, come io perdono a tutti...... perdonate, è Bonchamps che ve lo comanda ! – Ciò detto cade supino, e muore.
Dopo questo sublime atto di carità cristiana, Bonchamps è sepolto fra il pianto dei repubblicani e dei realisti.
I prigionieri sono posti in libertà.
Questi rientrano nel loro campo, gridando: Evviva Bonchamps! lo proclamano il loro liberatore, e versano lacrime di riconoscenza e di venerazione sulla morte del loro, poc'anzi, audace e terribile nemico.