Colonnello Muiron - Luigi Albano

LUIGI
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Il Colonnello Muiron

Alla battaglia d'Arcole, che durò quattro giorni, il 14, 15, 16, 17 novembre 1796, il punto principale della lotta era il ponte che si trova sul fiume Alpone a poca distanza dal villaggio d'Arcole.

Il generale Augereau fu incaricato di passare questo ponte gagliardamente difeso dagli Austriaci; vi accorse valoroso, ma fu respinto con gravi perdite.

Ritorna più volte all'impresa con indicibile slancio, coraggio, perseveranza, ma sempre viene respinto dal fatal ponte lasciando gran parte de'suoi soldati vittima dell'inutile sforzo.

Disperato allora Augereau, impugna uno stendardo e lo porta egli solo sul ponte; i suoi soldati lo seguono con entusiasmo, ma un fuoco spaventevole li ricaccia indietro e fuori del ponte.

Era però della massima importanza il varcare il ponte ed il villaggio d'Arcole affine di arrivare per tempo alle spalle degli Austriaci ed ottenere un trionfo completo; le sorti d'Italia ne dipendevano.

Bonaparte, vedendo allora il malpartito di Augereau e le conseguenze di una disfatta, si slancia al galoppo, arriva presso il ponte, scende frettoloso da cavallo, s'avvicina ai suoi soldati, li rimprovera ricordando loro le vittorie passate, li rianima con energiche parole alla novella impresa, e strappando dalle mani di un alfiere uno stendardo, lo brandisce e lo sventola, gridando: Soldati! seguite il vostro generale!

Alla sua voce i soldati si scuotono e lo seguono con ammirabile coraggio.

Bonaparte s'avanza sul ponte, lo stendardo alla mano, seguito da tutti i suoi generali, in mezzo ad una fitta pioggia di palle e di mitraglia.

Fu in questo momento che il giovine colonnello Muiron, aiutante di campo di Bonaparte, vedendo il pericolo in cui correva il suo generale, e temendo per la sua vita, gli si getta davanti, coprendolo del suo corpo, e casca morto a suoi piedi, il petto traforato da più palle.

Muiron morì pel suo generale, perchè la sua scienza, la sua innamorata, la sua gloria era Bonaparte.

La morte voleva cogliere il suo generale, egli si frappose fra i due, e cadde come cade un cane fedele e coraggioso.

Compito il sagrifizio, Bonaparte avanzò, marciando sul corpo del Seide come sopra una zolla di terra, e si slanciò dove lo chiamava la sua fortuna.

Tanti altri morirono così cui non badò neppure; a migliaia caddero non solo per salvargli la vita ma per agevolargli la vittoria, attorno ad un poggio, ai piedi d'un molino di cui voleva impadronirsi onde non fosse detto che la stella del glorioso imperatore cominciava ad oscurarsi.


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