Il valoroso Chevardin
Le guerre dei nostri tempi offrono moltissime azioni che ricordano con orgoglio quelle di Leonida, e gli annali della Francia, per esempio, citeranno sempre con giusta soddisfazione il memorabile fatto e la stoica obbedienza del valoroso Chevardin.
Il generale Kléber guerreggiava nella Vandea; il 19 settembre 1795, dopo aver con soli due mila uomini sostenuto durante cinque lunghissime ore l'urto e gli sforzi inauditi di ventimila ribelli, si trovò tutto ad un tratto circondato dal nemico, il quale, fattosi baldanzoso per il suo soverchiante numero, incalza furioso e tenta raggiungerlo ed impadronirsene.
Kléber è ferito, e non ha che un solo ed unico stretto per tutta ritirata.
In questo estremo pericolo chiama a sè un capo di battaglione dei cacciatori della Saona e Loira, pel quale aveva una stima ed una amicizia particolare; – era Chevardin. – "Prendi, gli dice egli, una compagnia di granatieri; ferma il passo al nemico innanzi questo burrone: tu ti farai uccidere, ma tu salverai i tuoi camerata. – Sì, mio generale, rispose il prode."
Rimette il suo orologio ed il suo portafogli al domestico che lo seguiva; esegue l'ordine, muore, e con la sua gloriosa ed eroica morte trattiene il nemico furioso e salva dal macello un migliaio d'uomini.